martedì 29 dicembre 2015

Della gratificazione nello scrivere.

In prossimità dell'oramai imminente pubblicazione del mio secondo romanzo, dal titolo "Parlami ancora di te", mi accingo a scrivere nel blog un post che ha per nome "della gratificazione nello scrivere". Niente di confortante, tanto per essere chiari. La gratificazione non esiste, o esiste solo in minima misura, giusto per essere "chiari e circoncisi" (come disse un politico).
Ovviamente tale opinione si limita alla mia esperienza personale, e non quindi a quella di altri scrittori - nel senso di persone che scrivono -, ognuno con un proprio mondo post-pubblicazione da raccontare.
Non nego, con l'uscita del primo libro (Tanto fuori dal mondo non cadi), di aver accarezzato il sogno di poter raggiungere una vastissima schiera di lettori; di poter "sfondare", insomma, come si dice in gergo artistico. In fondo, poi, ciò che mi interessava era suscitare interesse attorno ad un particolare vissuto narrato in quello che è un diario autobiografico: confrontarmi con più lettori possibili, scatenare dibattiti, riflessioni, pensieri e ragionamenti moralmente e intellettualmente proficui.
Bene, il pubblico da me raggiunto si è limitato ad un ristretto numero di utenti, indubbiamente invogliati a scoprire da più vicino le vicissitudini tormentate e più spensierate di un loro amico o conoscente.
I più, tuttavia, pur a conoscenza dell'opera pubblicata, sono rimasti coerenti al loro filo conduttore, piantati di fronte all'ultimo libro del tale scrittore famoso, di cui probabilmente non hanno mai letto nulla ma "a me incuriosisce tal dei tali e quest'estate me lo porto sotto l'ombrellone, se proprio devo spendere dieci euro per un libro li spendo per qualcuno che già conosco - o che ha appena scritto il libro che leggono tutti". Poco importa chi sia quel qualcuno, l'importante è aggregarsi al gregge che bruca sempre sul solito prato.
Primo colpo basso per lo scrittore novello.
"Bè", dico al potenziale lettore con fare ammiccante, "potresti leggere qualcosa di diverso dal solito, allargare i tuoi orizzonti, confrontarti con nuove realtà". E gli snocciolo brevemente la sinossi. "Mah", risponde lui scettico, "di cosa parla il libro?" (sapendo già bene che non lo acquisterà mai). "Ecco", faccio un gesto teatrale che sembra voler abbracciare il mondo, "parla di me. O meglio, non è la mia vita, è solo un libro che parla della mia vita", cercando di sminuire il contenuto ma con il fermo intento di incuriosirlo maggiormente grazie a frasi ad effetto, "non è un libro diciamo leggero. C'è anche leggerezza ma vuole essere soprattutto un mezzo per far conoscere realtà nuove a chi non le ha mai sperimentate e al contempo vuole essere un'occasione per riflettere e discutere di temi importanti con chi ha vissuto realtà in qualche modo simili alle mie. Sì, insomma, uno spunto di riflessione". A quel punto la sua risposta è ferma e punta dritta a creare disinteresse: "è che sono sempre preso in mille cose, non ho tempo per leggere, e poi magari in questo momento ho bisogno di qualcosa di più divertente."
Incassi la sconfitta e cambi argomento.
Poi c'è quello davvero incuriosito dal tuo progetto e sembra morire dalla voglia di sapere tutto su di me, su quanto scritto. "Guarda, il prezzo di copertina è di 14,90, per gli amici faccio 10". L'espressione in volto dell'interlocutore cambia improvvisamente come quando veniamo fermati per strada da un tizio che scopriamo essere poi un testimone di Geova. "No, non posso spendere 10 euro (e intanto pensa 'li spendo ma non per te,piuttosto per qualcuno che già conosco, che ha un nome').
E il secondo colpo basso deve ancora arrivare, amici. Sì, perché subito dopo aggiunge: "lo trovo anche in biblioteca?" Capisco allora che cosa si provi quando si desidera ardentemente il male di una persona.
Pensavate non si potesse andare oltre? Mi sbagliavate. Ecco che, affondando la lama nel basso ventre, vi colpisce a morte con un "ma non me lo regali?" Rispondere "il lavoro si paga, caro mio" ti sembra superfluo e ridondante. Resto zitto e, a testa bassa, mi auguro, inutilmente, che con il secondo libro sarà tutto diverso.
Perché non posso negarlo a me stesso: si scrive per sé, ma anche, e forse soprattutto, per gli altri. Nessuno scrittore terrebbe il proprio lavoro in un cassetto.




domenica 20 dicembre 2015

Il libro di oggi: "Treno di panna".

Treno di panna (1981), il fortunato romanzo d'esordio di Andrea De Carlo, è la storia di una giovinezza fuori dal comune: quella di Giovanni, un ragazzo italiano che sbarca a Los Angeles in cerca di fortuna. Solo, senza soldi, ma dotato di una sorprendente sensibilità, Giovanni si adatta ai mestieri più umili: ragazzo sandwich, cameriere, insegnante d'italiano. Intanto osserva, osserva e coltiva i suoi sogni. E proprio nella scuola dove da poco lavora, l'icona dell'America tanto agognata si rivela ai suoi occhi nei panni di Marsha Mellows, famosa e bellissima attrice, che comincia a prendere lezioni da lui. Così, dopo aver soggiornato nei più improbabili alberghi ai lati di immense freeway inghirlandate di lampioni e insegne al neon, a Giovanni si schiudono d'improvviso le porte delle grandi ville hollywoodiane. Ed è in una sola sera, alla festa mondana a cui Marsha lo trascina, che si giocherà tutto il suo destino. Davanti alla distesa di luci di Los Angeles, che sembrano, per una volta, brillare in lontananza soltanto per lui...



domenica 13 dicembre 2015

Cinema Brianza: serate davanti e attorno ad un film.

Ho creato su meetup il gruppo "cinema Brianza: serate davanti e attorno ad un film".


Questo gruppo si propone essenzialmente di riunire persone più o meno interessate al mondo del cinema. L'idea è quella di trovarsi - magari settimanalmente - per assistere alla visione di film, nelle vicinanze di Vimercate (MB). Prima e/o dopo la proiezione sarebbe carino scambiare due parole: sul film visto, sulle nostre opinioni, ecc. Il gruppo è aperto a tutti, indistintamente.

lunedì 30 novembre 2015

conversation exchange

Per chi, come me, fosse interessato a trovare gente da tutte le parti del mondo con cui fare conversazione e migliorare la conoscenza delle lingue, consiglio il sito "Conversation Exchange", di facile utilizzo.
www.conversationexchange.com



domenica 29 novembre 2015

Nuovo nome del blog.

Oggi ho modificato il nome del gruppo: non più "oggisognoio", bensì "cinemalibrimusicaenonsolo", che resterà tale fino alla fine dei suoi giorni (suoi, non miei ;) ).
Ho realizzato che in fondo i temi di cui mi piace trattare, perché sono i temi che caratterizzano principalmente i miei gusti e interessi, riguardano appunto essenzialmente l'arte del cinema, la passione per la lettura e la scrittura e, ultimo ma non ultimo, l'argomento musica.
Colgo l'occasione per rinnovare il piacere nell'accogliere chiunque capiti, anche involontariamente, in questo blog e voglia lasciare - perché no - un proprio commento o opinione... e un po' di speranza.
E' un blog che si prefigge di accomunare gente con gli stessi interessi, ma non solo. E' uno spunto per dialogare, discutere, confrontarsi attorno a temi a noi cari.

Un abbraccio ;)

Parlami ancora di te

Ho appena terminato di correggere il manoscritto "Parlami ancora di te", romanzo sentimentale che sarà pubblicato da Feltrinelli nel gennaio 2016.

SINOSSI 
Un anticipo d’estate alquanto torrido del 2018. Due giovani coetanei poco più che trentenni, Adele e Mattia, trascorrono un intero pomeriggio in un piccolo bar del centro di una grande città. Attorno al loro caffè shakerato, si scambiano pensieri e parole sempre più profondi e sinceri, fino a sciogliere le ansie, distendere i loro animi e aprirsi come non avrebbero mai immaginato. Il lavoro, gli hobbies, la famiglia, le amicizie, gli amori… dai toni più spensierati a quelli più intimi e intensi. 
Nella notte di un indimenticabile 17 giugno, un invito: “Ciao, sei libera domenica prossima? Ti andrebbe di fare un salto al mare? Potremmo vedere il tramonto. Mattia.” 
Nessuna risposta da parte di Adele. 
Anni di sospensione e vite parallele dei due, alla ricerca di se stessi o della persona giusta. Dopo tanto tempo, sarà ancora valido l’invito per il tramonto al mare?


giovedì 29 ottobre 2015

Il film di oggi.

Vorrei parlarvi di un film a me molto caro: "Racconto di primavera", di Eric Rohmer (1990).

"In un momento di crisi con il fidanzato, Jeanne (Anne Teyssedre) si fa ospitare da Natasha (Darel), una pianista che non sopporta la giovane amante (Eloise Bennet) del padre e cerca di favorire la conoscenza tra l'amica e il genitore. E' il primo di quattro racconti legati alle stagioni, una commedia 'primaverile' sulla instabilità degli affetti e dei luoghi, dove la leggerezza quotidiana raggiunge una dimensione quasi trascendentale. Giocato perlopiù in interni e dentro le anime dei personaggi, ripresi soprattutto attraverso primi piani, 'Racconto di primavera' è il classico film in cui 'non succede niente' e capita di tutto, come nelle opere migliori del regista. Tra Kant e Matisse, Beethoven e Schumann, dialoghi letterari e dettagli di una verosimiglianza sorprendente, un appuntamento imperdibile per gli amanti del Rohmer's touch e molto piacevole per gli altri. Tutti bravissimi gli interpreti, ma Florence Darel è speciale".
(Da "Dizionario dei film", Mereghetti).



martedì 13 ottobre 2015

Da "Tecniche di seduzione".

"Cercavo anche di presentarle un'immagine attraente di me: modificavo leggermente i fatti per apparire deciso dov'ero stato incerto, coerente dov'ero stato sprovveduto. C'era poca luce e ci muovevamo; mi riusciva più facile".
(Andrea De Carlo, "Tecniche di seduzione").


tecniche di seduzione

mercoledì 7 ottobre 2015

Voglio vivere...

"Voglio vivere tra realtà del presente e sogni incantatori. Quei sogni che mi regalo per vivere. I sogni che vendo alla parte più ingenua e intelligente e viva di me, che di quei sogni ha bisogno, brama per averli, perché di sogni si nutre, e senza di essi sa che nulla avrebbe più senso."

(Tratto dal mio libro "Tanto fuori dal mondo non cadi").


 Tanto fuori dal mondo non cadi - Manuel Juri Vitali


Tanto fuori dal mondo non cadi - Manuel Juri Vitali - librerie.it




sabato 26 settembre 2015

Più si vuole vedere, meno si vede.

Ero curioso di leggere "1984" di Orwell (scritto nel 1948), dopo averlo sentito nominare da un giovane scrittore vimercatese, come il libro che lo segnò per sempre.

"Nella nostra società, quelli che sanno perfettamente ciò che sta succedendo sono anche quelli che meno riescono a vedere il mondo così com'è. In generale, più si sa, più grande è la delusione: il più intelligente è anche il meno sano di mente".

Come dire: più si vuole vedere, meno si vede.

Sulla frase dopo i due punti ("il più intelligente è anche il meno sano di mente"), nutro qualche dubbio. Dipende da cosa si intende per  "intelligenza": è una parola che vuol dire tutto e niente; un po' come "amore".


1984 - George Orwell


venerdì 18 settembre 2015

Tu vuoi l'America

Un uomo che la ascolti sempre. Un uomo che non sia problematico, un uomo spensierato. Un uomo che le dia attenzioni e parole d'amore in maniera assidua. Un uomo che sia socievole. Un uomo che interagisca apertamente con il suo gruppo di amici fin dalle prime uscite. Un uomo che la adori. Un uomo che accetti di viverla assieme alle figlie e che un giorno sia disposto a convivere con loro. Un uomo che le garantisca una relazione passionale senza cadere nella banalità del quotidiano. Un uomo che la faccia sognare. Un uomo che la faccia ridere. Un uomo che mostri un sorriso smagliante e particolare euforia quando lei propone qualcosa.

Tutte caratteristiche (e forse non sono tutte) che un uomo deve necessariamente possedere per poter ambire ad una vita d'amore con L., quasi 40enne, separata da tre anni dopo tredici anni di matrimonio, due figlie al seguito, frequentatrice di una famosa chat di incontri - dove ci siamo conosciuti. 


"Un uomo che non esiste nella realtà, un uomo che non troverà mai", mi ha detto D., un amico, che mi è stato molto vicino nella fase di elaborazione del lutto (lutto d'amore). Ho raccontato proprio tutto a questo amico, cercando di essere il più obiettivo possibile. Anzi, no. Non sono stato per niente obiettivo: ho passato intere giornate a colpevolizzarmi, ad analizzarmi esageratamente come faccio ogni volta che sento di subire un fallimento, fino a considerarmi una vera merda incapace di stare al mondo e di instaurare un rapporto sano e duraturo con una donna.
 
D. : "Nella chat riceve decine e decine e decine di contatti nel giro di poche ore: in questo modo appaga il suo bisogno di sentirsi adorata, desiderata con passione. E intanto nel mucchio spera di trovare il principe azzurro, insomma quello che si avvicina ai suoi ideali. Ovviamente, l'elevato numero di uomini che la contattano non fa altro che accrescere in maniera esponenziale le sue aspettative e le sue pretese, di per sé già alte, dal momento che si è iscritta ad una chat di incontri anziché accontentarsi degli incontri nella vita reale. Lei vuole un uomo irreale. Non esistono uomini non tutte quelle qualità. Lei non ha bisogno di confronto, a lei non interessa crescere assieme: è troppo proiettata sul riempire gli enormi vuoti e insicurezze."




Io continuerò a lavorare su me stesso per crearmi un personaggio positivo, riducendo sempre più le ombre e mostrando anche luci e lati positivi.


tu vuoi l'america - edoardo bennato








  









giovedì 10 settembre 2015

Bastare a se stessi.

"Dobbiamo bastare a noi stessi". Quante volte ci siamo sentiti dire questa frase?
"L'importante è stare bene con se stessi, trovare le motivazioni dentro di sè, imparare a stare bene anche da soli"... e via discorrendo.

Ammetto che anch'io ho rivolto più volte tali frasi ad amici o comunque a persone a cui pensavo di dare buoni consigli (ah! i consigli!) col fine di alleviare le loro sofferenze, o quantomeno aiutarli a trovare una soluzione per un maggior benessere.
E spesso me lo sono pure ripetuto dentro la mia testa, forse per autoconvincermi che il rimedio al senso di solitudine o di abbandono o di incompletezza risiedesse proprio nelle parole "bastare a noi stessi".

C'è chi è abitualmente portato a trovare la forza per affrontare le difficoltà dentro di sé. Magari si confronta con amici e parla dei suoi malesseri, senza perdere il controllo e l'equilibrio, riuscendo a razionalizzare bene la situazione, insomma a farsene una ragione e a guardare avanti con ottimismo e fiducia. Si direbbe che è una persona forte, solida. 
C'è chi, come una foglia nel vento, si sente in balia degli eventi: non sa prendere una decisione (quale sarà mai la soluzione migliore?), si confronta con più persone nella speranza di trovare un lumicino che gli indichi meglio la strada da percorrere (col rischio spesso concreto di aumentare ancor più i dubbi), si scoraggia profondamente, e talvolta vede 'tutto nero'.

Come dice il proverbio? Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.
Eh sì, è facile dire "dobbiamo bastare a noi stessi". E all'atto pratico?
Quanto riusciamo a fare a meno delle persone che ci fanno stare bene? Quanto queste sono piacevoli e quanto indispensabili?
Perché se qualcosa o qualcuno diventa indispensabile, e quindi non ne possiamo fare a meno, entriamo nella sfera della dipendenza, e qualsiasi forma di dipendenza non è sana.
Sì, ok, nessuno dovrebbe essere indispensabile... e con i nostri amici del cuore come la mettiamo? E con l'amore - ah, questa parola così tanto abusata! Fai un passo dentro l'amore, la relazione pian piano ti risucchia, e senza rendertene conto rimani impantanato. Purtroppo, spesso la magia svanisce e per qualcuno sono guai seri.

Chi non ha mai sentito di morire dentro per colpa dell'amore finito alzi la mano... Siete riusciti a bastare a voi stessi in quella situazione? Come l'avete superata?

Lo cantava anche il nostro carissimo amico Claudione Baglioni, in un tormentato "Sabato pomeriggio", in un ritornello a squarciagola: "Senza te morirei, senza te scoppierei, senza te brucerei tutti i sogni miei...".







domenica 6 settembre 2015

Primo post

Il titolo del blog, "oggi sogno io", rimanda inevitabilmente al titolo della canzone di Alex Britti ('oggi sono io' - Oggi sono io - Alex Britti), con cui il cantautore romano vinse il Festival di Sanremo del 1999 nella sezione Giovani. E' la prima canzone che ho studiato a lezione di canto-chitarra (mia principale passione), e il nome del blog suggerisce uno spazio aperto a tutti - a chiunque voglia lasciare una propria traccia nel blog - in cui poter raccontarsi, confrontarsi, condividere idee, pensieri... e sogni, appunto.

"Come non vorrei cadere in quei discorsi già sentiti mille volte e rovinare tutto, come vorrei poter parlare senza preoccuparmi..."
Le tattiche, le frasi da dire che vi frullano nella testa, le parole da evitare, le ASPETTATIVE (spesso eccessive), il desiderio di essere originali (di stupire!), la paura di mandare tutto all'aria, la promessa a se stessi di non correre troppo, il timore di commettere gli errori del passato... il sogno di una vita migliore, più soddisfacente, più viva, piena d'amore accanto a chi, forse, per noi è già "la persona giusta".